ALWAYS SOMETHING THERE
















ALWAYS SOMETHING THERE, 2024
Acquerello su carta Arches.
dim. 29 x 39 cm
Scriveva Carrà che la pittura italiana è sempre un’arte di architetture e di architetti. Lo chiamava “principio italiano”.
Di quel principio anche Marco Palmieri è un esempio. Nelle sue opere, che in questo ciclo recente si ispirano anche alle fotografie di Luigi Ghirri, procede per prismi e poliedri platonici, riportando luoghi e oggetti a solidi essenziali. E’ come se i particolari, i rivestimenti, le apparenze delle cose cadessero improvvisamente e lo spettacolo della realtà rivelasse la sua vera natura, i suoi assiomi primi. Del rumore della vita, allora, rimane solo un’eco soffusa che lascia spazio alla sostanza segreta delle cose: a un’estensione regolare, armoniosa, semplice, individuata quando la storia, con i suoi disastri, non ha ancora recitato il suo copione e il mondo è ancora in ordine.
Soccorrono, nel viaggio di Palmieri verso l’essenza e l’essenziale, pochi maestri: Morandi soprattutto. Ma non solo. Nei suoi acquerelli la trasparenza e l’evanescenza dei colori dicono che quel viaggio è breve: una apparizione di pochi attimi, immersa nel silenzio.
Elena Pontiggia